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SCHEDA ALLEVAMENTO GECO CILIATUS

Immagine del redattore: AlbertoAlberto

Aggiornamento: 23 dic 2021




INTRODUZIONE

Il geco crestato (scientificamente Correlophus ciliatus) è un geco endemico delle foreste del sud della Nuova Caledonia, una regione insulare nel Mar dei Coralli, ad est dell’Australia.

Fu classificato per la prima volta nel 1866 da Guichenot. Successivamente, a seguito di un lungo periodo in assenza di avvistamenti, il geco è stato supposto essere estinto, salvo poi essere nuovamente scoperto nel 1994 presso l’Isola dei Pini, sempre in Nuova Caledonia. Oggigiorno il suo stato di conservazione è ancora considerato come vulnerabile.

Le dimensioni del Correlophus Ciliatus si aggirano intorno ai 25-27 cm di lunghezza, coda compresa. Quest’ultima può essere staccata (autotomia) per difesa o in situazioni di forte stress. A differenza di molti gechi il crestato non è in grado di rigenerare la propria coda.

Sfruttando le setae presenti sotto le sue zampe è in grado di sfruttare veri e propri microscopici campi magnetici a livello atomico (forze di Van der Waals) per aderire a superfici anche estremamente lisce come ad esempio i vetri del terrario.

Esistono molte variazioni di colorazione dei gechi Ciliatus e tutte presentano nello stesso individuo due condizioni di saturazione differenti denominate Fire Up e Fire Down. Nella prima il geco assume colorazioni più vivaci e intense, nella seconda condizione invece i colori appaiono più diluiti e meno marcati.




TERRARIO

Il terrario deve assecondare la natura arboricola di questo geco e di conseguenza è preferibile che si sviluppi in altezza. Per un esemplare non adulto il terrario dovrà crescere con lui, mentre un esemplare completamente cresciuto si troverà a suo agio in un terrario di dimensioni 40x40X60 cm.

La convivenza tra maschi è impossibile. La convivenza tra un maschio e una o più femmine è invece possibile monitorando eventuali aggressioni tra gli animali. Risulta chiaro che inserire esemplari di sesso opposto all'interno della stessa soluzione abitativa comporta la possibilità di monte con conseguenti riproduzioni.

Al crescere del numero di esemplari ospitati in un terrario le dimensioni di questo dovranno progressivamente crescere. Se si decide di stabulare insieme un maschio e una, o più, femmine è tassativo il rispetto della bruma al fine di concedere un periodo di riposo alle femmine che altrimenti continuerebbero a produrre uova a seguito dei ripetuti accoppiamenti col maschio sovraccaricando il loro corpo a scapito della loro salute. Nel caso non fosse possibile raggiungere adeguate temperature di brumazione andranno alloggiati separatamente gli esemplari femminili dal maschio per almeno tre mesi.

La sistemazione per il vostro geco può essere bioattiva, naturalistica o sterile. Qualunque sia la strada che decidete di intraprendere per il vostro set up sappiate che andranno sempre rispettati i parametri di umidità (75% circa, raggiungibile nebulizzando con acqua mattina e sera), di aerazione (con una griglia di areazione in basso e una in alto per evitare pericolosi ristagni d’aria) e di temperatura (tra i 20°-30°C e 25°-30° nel momento riproduttivo; nella maggior parte dei casi, se le temperature domestiche lo consentono, non è quindi necessario riscaldare questa specie. ATTENZIONE, sopra i 33°C sussiste il rischio di morte.

È molto importate che il vostro geco abbia luoghi dove riposare e nascondersi al fine di non stressarsi. Non è necessario provvedere una ciotola per l’acqua in quanto, nebulizzando due volte al giorno, il vostro geco potrà bere dalle goccioline.

È consigliabile per riprodurre al meglio il fotoperiodo provvedere illuminazione ai gechi tramite lampade a led che non scaldino. Non è necessario provvedere nel terrario un’illuminazione UVB ma nel caso si decidesse di installarla sarà sufficiente un UVB al 5%. Questo implicherà una variazione nella somministrazione di vitamina d3 che andrà ridotta.

È inoltre importante realizzare che la scelta di set up è a detta esclusiva dell’allevatore. Un geco è in grado di sostenere un buon tenore di vita in qualunque condizione delle tre elencate se ben mantenute e curate.




TERRARIO NATURALISTICO E BIOATTIVO




Sono senza ombra di dubbio l’alternativa più scenografica e renderanno il vostro terrario un vero e proprio pezzo di arredamento. Il terrario naturalistico si differenzia dal terrario bioattivo dalla presenza o meno di una clean up crew, ovvero una squadra pulizie che si occupi di aiutarci (e non sostituirci) nel mantenimento e nelle pulizie.

In entrambi i casi si intende ricreare anche visivamente l’habitat naturale del geco creando una piccola foresta in cui esso potrà vivere e nascondersi. Possono essere usate sia piante finte che vere, in quest’ultimo caso dovremo ricordarci di bagnarle, potarle e provvedere loro la corretta illuminazione artificiale. È inoltre importante selezionare piante che si adattino al clima umido.

Come substrato consigliamo un primo strato che costituirà il nostro livello di drenaggio, per lo scopo è utilizzabile dell’argilla espansa e/o della ghiaia grossa. Questo strato andrà tenuto separato dal substrato vero e proprio tramite una rete di separazione. Il livello successivo sarà costituito da fibra di cocco e, opzionalmente, sfagno al fine di trattenere il più possibile l’umidità. Nel caso si optasse per un terrario bioattivo è importante mescolare alla fibra di cocco delle foglie secche di latifoglia al fine di mantenere nutrita e numerosa la clean up crew. Come decorazione in superficie si possono porre delle foglie secche. Nell’arredare il terrario va ricordato che il nostro geco avrà bisogno di molti spazi per nascondersi e riposare.

Nel caso si optasse per un terrario bioattivo consigliamo come insetti spazzini onischi tropicali, collemboli e armadilli.


Leggi come creare un set up bioattivo cliccando il link sottostante


TERRARIO ASETTICO

È la scelta più pratica tra le due. Il substrato è qua assente e sostituito da scottex o carta di giornale. Andrà pulito più frequentemente ma la manutenzione richiederà meno tempo. L’assenza di substrato renderà più difficile mantenere l’umidità, potrebbe essere necessario aumentare le nebulizzazioni.

È ideale nei casi in cui sia necessario monitorare il geco, sia perché esso è molto giovane, o perché necessita di cure e attenzioni particolari, ad esempio se malato.

In questa sistemazione sarà importante fornire appigli (come legnetti o tubi) posti in obliquo nel terrario al fine di permettere al geco di dar sfogo alla sua natura arboricola. È inoltre essenziale provvedere un riparo asciutto realizzabile, ad esempio, con un tubo cavo o con una pianta finta dove il geco possa sentirsi al sicuro. Sul fondo andrà posta una tana umida per favorire al geco le operazioni di muta ed, eventualmente, deposizione. La tana umida è realizzabile riempiendo di fibra di cocco una scatola sul cui coperchio andrà operato un foro da cui il geco potrà entrare, fate attenzione a non creare bordi taglienti!






ALIMENTAZIONE

Il geco crestato è frugivoro e insettivoro. Per i pasti a base di frutta si può fare riferimento ai preparati di Repashy e Pangea a cui eventualmente è consigliabile integrare della frutta fresca ridotta in purea.

Per i pasti a base di insetti avremo come alimento base i grilli (ex. Acheta) e/o le blatte (ex. Dubia) a cui affiancare almeno una volta a settimana un insetto diverso come, ad esempio, tarme della farina, caimani o cavallette. È importante non somministrare più di una volta al mese camole del miele in quanto, seppur apprezzatissime dai nostri animali, costituiscono un pasto troppo grasso ed energetico che se somministrato frequentemente andrebbe ad affaticare il loro organismo, soprattutto il fegato. È essenziale spolverare gli insetti da pasto, una volta con calcio e una seconda con calcio+ vitamina d3.


Per saperne di più sulla corretta gestione degli insetti da pasto e sulla formulazione di una dieta sana ed equilibrata per il tuo geco leggi il seguente articolo:



Le prede dovranno crescere con la taglia del nostro esemplare. Un geco piccolo si rifiuterà di consumare un grillo adulto.

Riportata qua una tabella di alimentazione





Ricordate che questi animali non sono macchine e potrebbe essere necessario adattare la tabella di alimentazione e il dosaggio dei singoli pasti al singolo individuo.



BRUMA

La bruma è un periodo di riposo per il nostro geco. Ha una durata di circa tre mesi durante i quali l’animale assumerà un atteggiamento letargico indotto dall’abbassamento delle temperature. La bruma si svolge mediamente intorno ai 15°C-17°C ma si notano atteggiamenti letargici già sotto i 20°C. scendere al di sotto dei 12°C può comportare dei rischi per la salute del geco, tra cui la morte.

Una settimana prima dell’inizio della bruma si sospenderà la somministrazione del cibo affinché questo possa essere completamente evacuato e non ne restino residui nell’intestino. Se non viene osservato questo digiuno le feci nell’intestino dell’animale marciranno causandone la morte. Durante tutto il periodo di bruma non sarà possibile, di conseguenza, somministrare cibo all’animale per nessun motivo.

Per evitare shock termici saranno anche interamente sospese le nebulizzazioni, andrà quindi lasciata una piccola ciotola d’acqua nel terrario, da rinnovare ogni due giorni, da cui potrà abbeverarsi l’animale.

Il passaggio da una temperatura alta ad una temperatura di bruma deve essere graduale. Personalmente noi di Sauropsida Italy impieghiamo due settimane per effettuare il passaggio.

La bruma viene spesso erroneamente intesa come una pratica per stimolare la riproduzione dei gechi. Questo è senz’altro un beneficio che porta con sé la bruma ma non è assolutamente l’unico e per tanto è un periodo che va fatto osservare a tutti i gechi, maschi e femmine, riproduttori e non.

La bruma va evitata tassativamente solo nei casi di gechi affetti da malattie e su consiglio veterinario: in quanto debilitati il loro corpo non sarebbe in grado di superare il periodo di letargia. Può risultare sconsigliata nel caso di gechi particolarmente giovani (pochi mesi).

Se osservata con cura la bruma non deve coincidere con una perdita di peso evidente.



RIPRODUZIONE

Al termine della bruma l’innalzamento delle temperature sveglierà l’istinto riproduttivo degli animali che per copulare in sicurezza devono aver raggiunto almeno l'anno e mezzo di età ed un peso di 35g. La femmina riprenderà ad ovulare e il maschio a corteggiarla. Se entrambi risultassero essere ricettivi l’accoppiamento dovrebbe avvenire nel giro di poco tempo con il maschio che bloccherà la femmina mordendole il collo e montandola lateralmente.

Nel caso i due gechi siano tenuti nella stessa teca essi inizieranno autonomamente i rituali di accoppiamento. Nel caso in cui la femmina rifiuti il maschio sarà necessario stabulare i due individui separatamente onde evitare lotte e/o fecondazioni in momenti in cui il corpo della femmina non è ancora pronto.

Dopo l’accoppiamento passeranno dalle due alle sei settimane e la femmina deporrà le uova. Successivamente deporrà, senza la necessità di accoppiarsi di nuovo, una coppia di uova ogni 2/3 settimane per un massimo di 4/5 deposizioni per accoppiamento.

Le uova verranno deposte in una piccola buca sottoterra. Pochi giorni prima della deposizione sarà possibile osservare la femmina rifiutare il cibo ed effettuare delle “prove di scavo”. Nei terrari naturalistici è possibile lasciar schiudere le uova deposte nel substrato all’interno del terrario, tuttavia questo metodo pone il rischio di fenomeni di predazione da parte dei genitori nel momento di schiusa delle uova.

A differenza di altri gechi, la temperatura di incubazione delle uova nei gechi Ciliatus non avrà alcuna influenza nella determinazione del sesso del nascituro. Infatti, il discrimine è genetico, le coppie di cromosomi sessuali nei Ciliatus sono rispettivamente ZZ per le femmine e ZW per i maschi.

La temperatura di incubazione varia dai 22°C ai 27°C, non è quindi indispensabile un’incubatrice ma rimane consigliata. Nel caso non si optasse per una incubatrice è bene munirsi di contenitori termoisolanti (come scatole di polistirolo o vecchi frigo da campeggio). Maggiore è la temperatura di incubazione più veloci saranno le schiuse (20°C 120 giorni, 27°C 60 giorni). Sia che si opti per collocare le uova all'interno di una incubatrice o all'interno di un contenitore termoisolato, le uova andranno poste in scatole di dimensioni minori; all'interno di queste scatole porremo in uguale rapporto di peso vermiculite o perlite e acqua su cui poi andremo ad adagiare le uova in una piccola conca scavata con le dita .

Nel corso dell'incubazione è necessario mantenere costante il livello di umidità all'interno delle scatolette ove sono adagiate le uova; questa è una procedura abbastanza semplice, basterà pesare la scatoletta con dentro le uova e segnare il suo peso e controllarlo ogni due settimane circa, se si presenta una variazione sarà dovuta all'acqua che è evaporata. È importante permettere all'acqua di evaporare in modo tale da permettere un, seppur piccolo, riciclo d'aria, allo scopo consigliamo l'utilizzo di scatole in plastica microforate (ad esempio quelle in cui ricevete gli insetti da pasto) oppure di scatole ermetiche da cucina su cui avete operato due piccoli fori, per esempio con un chiodo, ai lati del contenitore.


Se nelle singole scatolette di incubazione si presenta la formazione di goccioline di condensa sul coperchio è consigliabile dare un angolo di inclinazione di 1° o 2° per evitare che cada acqua direttamente sull'uovo.



POSTILLA

È importante intendere questa scheda di allevamento come aiuto alla gestione del geco, nel caso di dubbi è sempre consigliato rivolgersi a personale esperto. Invitiamo inoltre a consultare più di una fonte, ci sentiamo di consigliare un’attenta lettura della scheda di allevamento proposta da Italian Gekko, a nostra detta realizzata magistralmente. Di seguito il link:

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