INTRODUZIONE
Eublepharis macularius, noto più comunemente come geco leopardino, è un geco proveniente dalle praterie rocciose dell’Afghanistan, del Pakistan, dell’India nord-occidentale e dell’Iran. Questo geco è classificato nella famiglia “Eublepharidae”, che in greco significa “vera palpebra”, per la sua caratteristica di possedere delle palpebre mobili, al contrario della maggior parte degli altri gechi.
Il nome “macularius”, invece, si riferisce alle macchie presenti in natura su tutto il corpo dell’animale. Le dimensioni variano dai 17 ai 28 cm di lunghezza da adulti con un peso che può raggiungere addirittura gli 80 grammi.
In caso di pericolo l’Eublepharis macularius è in grado di praticare l’autotomia che consiste nello staccare la propria coda per distrarre il predatore e consentirgli, quindi, di fuggire. Quest’ultima pratica avviene solo in caso di estremo pericolo siccome all’interno della coda di questa specie sono contenute delle scorte di grasso utili in periodi di mancanza di cibo. La coda è in grado di rigenerarsi seppur con un aspetto ben distinto da quella originale.
Un’altra caratteristica di questo geco è che non possiede lamelle adesive che gli permettano di arrampicarsi su superfici lisce, ma possiede piccoli artigli ottimi su superfici porose e ruvide. Sono caratterizzati da un dimorfismo sessuale molto evidente, infatti, il maschio presenta una sacca in prossimità della cloaca contenente gli emipeni, inoltre possiede dei pori femorali a forma di V che la femmina possiede in modo meno marcato. In conclusione, il geco leopardino è uno dei rettili maggiormente allevati ed apprezzati in cattività per la sua semplicità di mantenimento e per le diverse colorazioni (morph) che soddisfano i gusti di tutti.
TERRARIO
Per ospitare questa specie si avrà bisogno di un terrario sviluppato principalmente in lunghezza, siccome il geco leopardino è un’animale terricolo. Le dimensioni ideali del terrario sono 60x40x40 cm anche se molti allevatori si trovano bene ad allevarli in spazi di 40x30x15 cm. La convivenza di più animali è possibile solo se presente un solo maschio per teca. È impossibile la convivenza tra due o più maschi mentre è possibile quella tra un maschio e più femmine a patto di mantenere monitorata la condizione di condivisa stabulazione e a patto di essere coscienti che tale sistemazione comporta l'elevata probabilità di accoppiamenti con conseguente prole.
Questo geco può essere stabulato in un set up di tipo naturalistico o sterile. In questi set up avrete bisogno di mantenere un clima arido per rispettare le caratteristiche climatiche presenti nel luogo di origine di questa specie. Per cui l’umidità andrà mantenuta tra il 40% e il 50%, si tratta, quindi, dell’umidità presente nella maggioranza dei nostri appartamenti; è tuttavia possibile nebulizzare il terrario ogni 3 giorni. Un altro fattore importante è il riscaldamento che potremo offrire al geco tramite un tappetino, un emettitore in ceramica o un cavetto riscaldante che andranno posizionati in modo da riscaldare un terzo del terrario al fine di creare una zona calda ed una fredda. Alla fonte di calore andrà collegato un termostato con una temperatura impostata che va dai 30° ai 32° nella zona calda. Nella zona fredda l’ideale è ottenere un gradiente termico di circa 4°/8° (ottenendo, quindi temperature di 24°/26°). La potenza del riscaldamento varierà in base alle temperature dell’ambiente in cui è inserito il terrario e dalle dimensioni dello stesso. Ultimo aspetto di cui tener conto è il ricircolo d’aria, molto importante per non creare ristagni maleodoranti e per non evitare la formazione di eccesiva umidità. Solitamente grazie a delle griglie di aerazione poste su due livelli si ottiene il giusto ricircolo d’aria. Come arredamento essenziale nel terrario si dovrà avere una tana nella zona calda ed una nella zona fredda, quest’ultima sarà composta da una scatola chiusa con sopra un buco e riempita con fibra di cocco o sfagno umido, essa è importantissima nelle fasi di muta e, per le femmine, durante il periodo di deposizione. Oltre alle tane sono importanti una ciotola per l’acqua sempre pulita e una ciotolina per il calcio. Un altro elemento importante è il substrato che può essere composto da fibra di cocco, scottex, bentonite o un mix di fibra di cocco e sabbia. È sconsigliato come substrato l’uso di sola sabbia per il rischio di ingestione e di calci-sand (essendo composta da calcio il geco potrebbe assumerne una quantità eccesiva provocandone l’overdose e/o occlusione intestinale). È auspicabile, sebbene non indispensabile, fornire una lampada esterna al terrario per riprodurre al meglio il fotoperiodo naturale. È possibile anche utilizzare lampade UVB anche se non sono essenziali in quanto somministrando la vitamina d3 si compensano i benefici offerti dall’UVB. Come accennato prima ci sono due diversi tipi di set up:
· Un terrario di tipo naturalistico è sicuramente la soluzione più bella da vedere. In questo modo il terrario è altamente personalizzabile permettendo di aggiungere piante, rami e piccole rocce. Questo set up è completamente individualizzabile a partire dal substrato, dove possiamo utilizzare vari mix di terre, arrivando allo sfondo, dove possiamo creare delle pareti verticali con dei ripiani accessibili al geco. Ogni componente proveniente dalla natura è preferibile sterilizzarla passandola in un forno domestico per qualche minuto o mettendola per qualche giorno in un sacchetto nero fuori al sole. Questa procedura ci metterà al riparo da eventuali insetti, patogeni e muffe che potremmo inserire inavvertitamente nel terrario. La sterilizzazione delle componenti presenti in natura è spesso un’eccessiva precauzione che, tuttavia, consigliamo di osservare in quanto eventuali danni di grave entità sono possibili.
· Un terrario asettico è l‘opzione più pratica e viene spesso scelta dagli allevatori che possiedono molti animali. Questo set up consiste in una scatola di plastica allestita con carta scottex come substrato, una tana nella zona calda, una ciotola dell’acqua e del calcio. La tana fredda viene utilizzata tassativamente per le femmine durante il periodo riproduttivo ma rimane calorosamente consigliata in ogni situazione. Questa sistemazione, oltre ad essere utilizzata negli allevamenti, è anche utilizzata per gechi malati, per baby e per animali in “quarantena” perché permette di osservare in modo più semplice le attività dell'esemplare.
Il geco leopardino è un animale insettivoro, ciò vuol dire che andrà nutrito con insetti vivi. Gli adulti andranno nutriti una volta ogni due giorni mentre i baby tutti i giorni. L’alimento base deve essere costituito da grilli e/o blatte (ex. Blatte blaptica dubia o grilli acheta domesticus). È tuttavia importante che la dieta sia più varia possibile offrendo, in aggiunta alla dieta base, vari tipi di prede, tra cui tarme della farina, caimani, camole del miele (max una al mese solo per gli adulti), cavallette etc. Alcuni allevatori optano per una dieta mono insetto basata su tarme della farina, questa dieta andrà accostata ad una forte integrazione vitaminica in quanto il vero alimento sarà apportato dal multivitaminico più che dall’insetto. È una dieta che personalmente ci sentiamo di sconsigliare.
Per saperne di più sulla corretta gestione degli insetti da pasto e sulla formulazione di una dieta sana ed equilibrata per il tuo geco leggi il seguente articolo:
Insieme agli insetti è importante integrare con dei supplementi tra cui calcio puro, da lasciare sempre disponibile in una ciotola nel terrario (avendo cura di cambiarlo se sporco, umido o vecchio) e calcio+d3 con cui spolverare gli insetti da pasto una volta a settimana. Il calcio puro tenderà a decadere nel tempo diventando meno efficiente. Il calcio con vitamina d3 sarà invece più delicato proprio a causa della vitamina d3 che contiene; quest'ultima, decadendo, sviluppa composti non salutari per l’animale e quindi, sarà necessario cambiare il calcio+d3 ogni 6 mesi e conservarlo in frigo. Gli insetti dovranno essere proporzionati al corpo del geco. Qui sotto è riportato un esempio di tabella di alimentazione:
La tabella deve intendersi come indicativa. Ogni animale avrà specifiche necessità che, per tanto, andranno assecondate adeguando al soggetto il numero di insetti per pasto o il numero degli stessi.
BRUMA
Quando si decide di riprodurre il geco leopardino spesso è consigliato fare la bruma. Tuttavia, è bene intendere come questa pratica non sia esclusivamente relazionata alla riproduzione, ma rappresenta un periodo di riposo per l’animale che dovrà essere osservato anche per esemplari non riproduttivi al fine di consentire una corretta rigenerazione delle forze per poter affrontare in modo adeguato la nuova stagione calda. È possibile non eseguire la bruma solo nel caso si abbia a che fare con gechi notevolmente piccoli, malati o sotto esplicita richiesta veterinaria.
La bruma è un periodo che dura dai 2 ai 3 mesi che corrisponde, in Italia, ai mesi di dicembre, gennaio e febbraio dove le temperature verranno gradualmente abbassate fino ai 14°/15°. Il geco entrerà in un periodo di letargia per cui non mangerà per l’intera durata della bruma arrivando ad assumere un costante stato di dormiveglia. Questo stato letargico permette soprattutto alle femmine di riposare dal periodo riproduttivo e di essere più ricettive al risveglio insieme al maschio. Per effettuare la bruma c’è bisogno che lo stomaco del geco sia completamente vuoto per cui, dall’inizio di novembre, si smetterà di alimentare l'animale per due settimane. Una volta vuoto lo stomaco si procederà con il diminuire delle temperature abbassando di 2° ogni due giorni passando così da 31° a 15°. Questo periodo durerà dalla fine di novembre fino alla metà di febbraio quando, sempre gradualmente, si inizieranno ad alzare le temperature sempre di 2° ogni due giorni in modo da ottenere a marzo la temperatura iniziale. Tornate le temperature estive il geco potrà alimentarsi e le femmine che avranno raggiunto l’anno di vita e almeno i 50/55 gr di peso inizieranno ad ovulare. Il maschio, invece, sarà in grado di accoppiarsi anche se non arriva interamente all’anno di vita ma pesando almeno 45/50 gr.
Nel caso in cui il maschio sia accasato con una o più femmine e non sia possibile raggiungere temperature invernali adeguate, sarà obbligatorio alloggiare il maschio separatamente per l’intera durata dei mesi di riposo.
Somministrare cibo durante la bruma è un’attività rischiosa in quanto il geco non sarà in grado di espellere deiezioni, le feci quindi marcirebbero all’interno del suo stesso corpo comportando un considerevole rischio di morte. All’interno della teca dovrà essere presente una ciotola per l’acqua.
RIPRODUZIONE
Finito il periodo di bruma, come detto precedentemente, la femmina comincerà ad ovulare attirando il maschio. Perché avvenga la copulazione il maschio va inserito all’interno del terrario della femmina e, se ricettivo, inizierà il rituale di accoppiamento che consiste prima nel far vibrare la coda per poi mordere e immobilizzare la femmina. La femmina, se acconsente, lascia infilare la coda del maschio sotto la propria per consentirgli di penetrarla mentre, se non ancora pronta alla gravidanza, inizierà a mordere il maschio allontanandolo.
Se l’accoppiamento è avvenuto con successo la femmina inizierà a sviluppare una coppia di uova che, nella maggior parte dei casi, verranno deposte dopo circa 3/4 settimane. È talvolta possibile che avvengano deposizioni singole. Successivamente, tra una deposizione e l’altra, intercorrerà un periodo medio di 2-3 settimane.
La femmina avrà bisogno di riaccoppiarsi dopo la quarta/ quinta deposizione al fine di rinnovare lo sperma del maschio che ha trattenuto per ritenzione spermatica. Solitamente la prima copulazione avviene introno a marzo mentre la seconda introno a giugno o a fine estate nelle prime settimane di settembre. Una volta deposte le uova, esse andranno spostate in un contenitore con vermiculite o perlite inumidita e incubate ad una temperatura che va dai 26° ai 32°. Il rapporto di peso tra acqua e vermiculite dev’essere di 1:1 e le uova non andranno girate durante l’incubazione perché l’embrione soffocherebbe in quanto, nel corso della prima settimana, si attaccherà alla parete superiore dell’uovo. Per evitare inconvenienti si usa segnare la parte superiore dell’uovo con un pennarello. Consigliamo inoltre di inclinare leggermente le scatolette per evitare che le gocce che si formeranno sul coperchio possano cadere sulle uova. Il sesso dei nascituri sarà influenzato dalle temperature per cui a 26°/27° si otterranno femmine e si schiuderanno dopo circa 75-100 giorni, incubando ad una temperatura di 28°/29° si otterrà il 50% di maschi e di femmine e le uova si schiuderanno dopo 55-65 giorni, invece incubando da 30° a 32° si otterranno maschi che nasceranno dopo 35-45 giorni. Qui sotto una tabella riassuntiva:
Temperature eccessivamente alte possono causare la nascita delle cosiddette "femmine calde", vale a dire di animali si sesso femminile con atteggiamenti territoriali simili a quelli maschili, restie alla monta e quasi sempre sterili.
POSTILLA
È importante intendere questa scheda di allevamento come aiuto alla gestione del geco, nel caso di dubbi è sempre consigliato rivolgersi a personale esperto. Invitiamo, a tal proposito, a consultare più di una fonte, ci sentiamo di consigliare un’attenta lettura della scheda di allevamento proposta da Italian Gekko, a nostra detta realizzata magistralmente. Di seguito il link: https://italiangekko.net/ig/schede-allevamento/item/2055-scheda-allevamento-eublepharis-macularius-blyth-1854
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